Il filo economico che lega Germania e Italia è, negli ultimi anni, più solido che mai, ed è diventato una importante componente della ripresa dell’economia post fase pandemica, per quanto rallentata dalla attuale carenza di materie prime e dai fatti bellici.

Mentre l’export italiano ha registrato un negativo in molti settori, il settore della meccanica ha registrato un tasso di crescita positivo, ammontante a +37 miliardi di euro.

In particolare, il Veneto ha registrato un +1,4% nell’export, confermando la Germania come principale paese di destinazione dei prodotti.

Forti della vicinanza geografica e dell’assenza di trafile burocratiche che rallentino i processi, gli scambi commerciali tra questi due Paesi hanno ammontato a 127 miliardi nel 2019, portando la Germania ad essere il primo partner commerciale dell’Italia sia a livello di import che di export.

La relazione tra le due è di interdipendenza e ciò si può vedere dai dati, l’Italia nel 2019 ha importato beni per più di 69 miliardi ma ne ha esportati quasi altrettanti, più di 58.

 

 

La forza di questa interdipendenza è che essa è basata sulla complementarietà delle due nazioni.

L’industria tedesca eccelle grazie ai macchinari e ai componenti italiani mentre le realtà italiane hanno un’ottima occasione di espansione grazie al mercato tedesco e una fonte di reperimento di macchinari e beni di investimento di allta qualità.

Le crescenti difficoltà di relazione con i produttori cinesi spingono ancora di più le aziende tedesce a cercare componenti nel mercato italiano, offrendo ulteriori opportunità di crescita, sia in volumi che in qualità.

L’export, verso la Germania quindi, si conferma una scelta di valore per le aziende che hanno obiettivi di crescita nel lungo termine, che preferiscono un mercato più stabile e organizzato.

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