Sono trascorsi sei mesi dall’inizio del lock-down. Un fatto nuovo e imprevedibile che ha messo ciascuno davanti a situazioni inaspettate sia personalmente che professionalmente.

A distanza di 6 mesi, passata la fase di emergenza, di stentata riapertura, di vacanze estive più convulse che mai, di cui però ognuno sentiva un bisogno particolare, siamo a porci interrogativi sull’andamento del mercato nei prossimi mesi, con particolare riferimento al mercato DACH.

Si sono sovrapposti due fatti distinti che hanno aggravato la situazione: la congiuntura del mercato automotive, già in difficoltà da almeno un anno e la crisi dovuta al Covid in sé.

L’Automotive soffre di una crisi di sovrapproduzione e di mancato avanzamento tecnologico, dovuto al ritardo di sviluppo della tecnologia elettrica.

Automotive non vuol dire in Germania solo produzione di auto ma anche produzione di macchinari per l’industria automotive mondiale. Lo stabilimento che produce auto in Messico, ad esempio, utilizza impianti, ad esempio di verniciatura, fatti in Germania e il mercato si è molto rallentato. Le stime sono di qualche anno, prima che riprenda, a condizione comunque che la tecnologia si sviluppi abbastanza da rendere attraente la mobilità elettrica per la massa.

Il Covid ha portato un cambiamento globale. In molti paesi, attualmente fuori dall’Europa ancora più che in Europa, la mobilità interna delle persone è limitata. In generale sono difficili gli interventi tecnici di manutenzione e avviamento degli impianti venduti, è ferma l’attività commerciale internazionale, sono rimandate o annullate le Fiere internazionali.

Nessun Paese può permettersi il mantenimento sul lungo termine di queste condizioni. Molti pensano che si finirà con il convivere con la pandemia, e si riprenderà a vivere e a produrre. In Germania sono convinti che questo avverrà progressivamente nei prossimi mesi e che gli effetti si cominceranno a sentire sensibilmente a primavera 2021.

Questo giustifica un ottimismo di fondo che porta a credere che alla fine il mondo non può fermarsi e se rallenta ripartirà più forte dopo. Nel frattempo, anche in Germania, si attrezzano a resistere con impegno massiccio della cassa integrazione e dell’orario ridotto.

D’altra parte gli uffici acquisti non hanno interrotto la ricerca di fornitori per prepararsi alla ripartenza e ai nuovi equilibri, dettati anche dalle debolezze della supply chain globale evidenziata dal Covid stesso. Probabilmente alla fine torneranno in Europa alcune lavorazioni che erano state delocalizzate in Asia. Nella nostra esperienza il lavoro di contatto con nuovi buyer non si è mai fermato e, al contrario, sembra facilitato dalla necessità che tutti percepiscono di riqualificare i fornitori.

Analizzeremo in un prossimo articolo gli effetti sul mercato interno e le possibili strategie per cogliere al meglio le opportunità della ripartenza.

Novembre 2020, Situazione del Mercato Tedesco
Alternanza 2019 - Liceo Lioy Vicenza