Scriviamo su un argomento che non è strettamente connesso alla nostra attività ma è importante perché la influenza indirettamente.

L’affermazione che sentiamo più spesso è: “se trovassi operai potrei crescere” ma il problema è ben al di sopra delle capacita di una singola azienda. La carenza di tecnici è una preoccupazione comune in Europa, particolarmente sentita in Italia per la vocazione manifatturiera e produttiva della nostra industria.

Se si volesse estendere il discorso, però, la carenza di personale è riscontrata anche nel settore del turismo e della ristorazione, altro cardine dell’ economia italiana.

Le motivazioni per cui non si trovano tecnici/operai sono molteplici, tra cui:

  • Demografiche
  • Motivazionali
  • Salariali

Queste insieme provocano la cosiddetta “tempesta perfetta”.  E’ questo il momento in cui l’imprenditore deve agire per migliorare la situazione.

Demografia – La fine del Baby Boom

il 1964 è stato l’anno con il maggior numero di nascite. I nati in quell’anno e nei precedenti sono alla soglia della pensione e le aziende si interrogano sul come sostituirli. Problema di non facile soluzione visto i ventenni del 2020 sono metà §§ dei ventenni del 1980, in 40 anni il trend della popolazione è dimezzato. Se questo non appare dalle statistiche sul numero di abitanti in Italia è solo perché gli italiani sono pesantemente sostituiti da persone trasferite in Italia da altri paesi. Questo pone problemi sul tipo di formazione e sulla comunicazione anche operativa.

Motivazione – La cultura dominante

La società attuale non privilegia il lavoro tecnico a livello di immagine sociale. Poco serve sottolineare come i ruoli di produzione richiedano competenze elevate e come le fabbriche di oggi siano in realtà ambienti ad alta tecnologia salubri ed accoglienti. Oggi i genitori difficilmente orientano i loro figli a ruoli di tecnici / operativi. Poco servono gli sforzi delle associazioni che cercano di fare orientamento verso l’industria. Il clima sociale, i media, la cultura remano tutti nella direzione opposta. Chi guarda la televisione o va al cinema vede sempre personaggi vincenti occupati come avvocati, dottori, trader o simili e naturalmente si identifica. Se un personaggio è un operaio, spesso ha un ruolo perdente o vive situazioni di disagio. Più che agire nelle scuole le associazioni dovrebbero rivolgersi ai piani alti della politica e della società per tentare di invertire questa devastante tendenza. Non ci si può comunque aspettare effetti a breve, intere generazioni sono state imbevute di queste immagini e difficilmente potranno essere re-indirizzate.

Salariali

E’ un dato di fatto che i livelli retributivi attuali non invogliano i giovani ad entrare nel mondo della produzione. La legge del mercato imporrebbe che questi ruoli fossero pagati molto più rispetto a quelli impiegatizi. Purtroppo le aziende che perseguono questa politica in maniera adeguata sono ancora poche.

Cosa fare

la situazione è tale da rendere davvero complessa la definizione di una strategia. Certamente è in gioco l’intera sopravvivenza a medio termine del sistema produttivo italiano ed europeo in generale. Prendere coscienza della gravità e della urgenza del problema è il primo passo. Alcune soluzioni potrebbero essere:

  • Immigrazione controllata
    Esistono paesi da cui la manodopera volentieri si trasferisce nel nostro paese, se ne vede vantaggi. Dando per scontato che le condizioni economiche possano essere migliori che nel paese di origine, potrebbe essere vincente il supporto logistico, ad esempio far trovare un alloggio a condizioni accettabili. L’azienda può ben farsi carico del costo di un affitto, magari condiviso tra gli operai. È però necessario un reclutamento sul posto. Una attesa passiva di arrivi spontanei rischia di essere inadeguata.
  • Condivisione dei profitti
    Questo è un tema caldo, difficile da trattare e ancor più da accettare. Chi per professione analizza i bilanci aziendali vede che sono moltissime le aziende con ottimi utili che poi dichiarano di non trovare manodopera. Non si è ancora diffusa tra gli imprenditori la consapevolezza che i loro utili dipendono dalla disponibilità di forza lavoro. La leva economica può essere determinante sul medio periodo. Chi lo metterà in pratica vedrà i frutti.

Evoluzione

Non ci sono ricette univoche e certamente non si possono fare proposte di valore generale. I cambiamenti epocali in atto richiedono però di adattare i comportamenti per essere preparati a vincere le sfide del futuro. Citiamo Darwin ricordando che

“Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento”

Parlare la Lingua di Chi Ascolta: Esprimersi in Tedesco per Vendere Bene in Germania